Per te Padre Paolo

Sento di doverti mandare un pensiero. Sembrerebbe tu sia stato rapito da una frangia di al-Qaeda.
Spero con il cuore che non ti succeda nulla e che questo Paese faccia di tutto per riportarti a casa. Anche se la tua casa è ormai anche la Siria. La terra in cui hai sempre creduto, la terra e le persone per cui ti impegni in prima persona. Io sono convinta che ti ritroverò un giorno proprio al monastero di Mar Musa. Dove ci hai accolti due anni fa, dandoci ospitalità, insieme ad altre persone di tutto il mondo. In quella notte incantanta, nel silenzio stellato delle montagne siriane, tra canti di persone tra loro sconosciute e sguardi di chi aveva scoperto un “nuovo mondo”, quello del dialogo e della spiritualità.
A presto Padre Paolo Dall’Oglio.padre paolopadrea paolo2

Il mare

A volte potresti essere lì. Ferma. Per ore. Senza annoiarti. Osservare i gabbiani che si alternano, le onde che si muovono, le barche che ti tagliano l’orrizzonte. E molti potrebbero guardarti e chiedersi a cosa stai pensando. Ma in realtà non stai pensando a nulla. Sei semplicemente persa. E in pace con quel mare. tina salentina3

Una città, un colore

“… Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi e saprò d’esser io: gettando un’occhiata, mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori.” – Cesare Pavese

Qual è la cosa che di solito vi rapisce di più, a livello sensoriale, durante la scoperta di un nuovo posto?  Gli odori, i sapori, le immagini che vi si presentano quasi l’occhio fosse un obiettivo fotografico pronto a scattare?
Spesso la perfetta combinazione di tutti queste emozioni sensoriali non è un risultato facilmente raggiungibile. C’è sempre qualcosa che “stona”: un odore eccessivamente pungente, una realtà troppo dura, un sapore lontano dai propri gusti.
Il cocktail perfetto per un alcolizzato di viaggi è sempre difficile da realizzare.
Se proviamo però ad isolare alcuni dei sensi e delle emozioni che ci entrano nell’animo durante un viaggio, riusciamo a scoprire la genuinità delle piccole cose
e la varietà del mondo che ci si presenta davanti agli occhi.
Su Il Post ho trovato un simpatico reportage fotografico in giro per il mondo con una carrellata di città in cui case ed edifici dimenticano i grigi a cui siamo spesso abituando, esplodendo letteralmente di colore.
Ad ognuno il proprio colore e la propria città… http://www.ilpost.it/2013/04/09/citta-colorate/

La Boca, Buenos Aires (Paula Soler - Moya)

La Boca, Buenos Aires (Paula Soler – Moya)

 

Sclerosi Multipla. La vita che accade

Eugenio e Maria. Due persone diverse, due vite ed esperienze difformi, un unico male: la sclerosi multipla. “La vita che accade” è il mio viaggio e reportage fotografico dedicato alla quotidianità, alla difficoltà di vivere e convivere con una malattia imprevedibile ed invalidante, ma anche un racconto che vuole trasmettere la grande forza d’animo, i sentimenti e il desiderio di non abbattersi mai.

IL PROGETTO
“La vita che accade” è un reportage che nasce quasi come una sfida: raccontare una realtà, non conosciuta a molti, dagli occhi di chi quella malattia la “respira” ogni giorno, perché ce l’ha accanto. I reportage mirano sempre a testimoniare, denunciare, raccontare, informare gli altri di una determinata realtà o situazione.
Questo lavoro nasce per provare ad affrontare da vicino una malattia, la sclerosi multipla, spesso inosservata a molti e che frequentemente, quando colpisce un tuo caro, finisci con il rifiutare, con il non accettare.
Per questo ho deciso di scontrarmi e, nello stesso tempo, abbracciare questa malattia, per consentire agli altri di capire quanto la sofferenza per una malattia, psicologica o fisica che sia, possa invece fare da volano ad una grande dignità, forza e voglia di vivere.

Ma cos’è la sclerosi multipla?
La sclerosi multipla (SM) è una malattia dovuta all’infiammazione cronica e alla distruzione selettiva della mielina del sistema nervoso centrale, ovvero della sostanza che riveste i nervi e che consente la trasmissione veloce degli impulsi.
Le cause sono ancora in parte sconosciute e, nonostante i passi avanti compiuti dalla ricerca, non esiste ancora una cura definitiva per la sclerosi multipla, malattia spesso progressivamente invalidante e, soprattutto, variabile da persona a persona.
Oggi sono stati individuati diversi trattamenti che possono ridurre l’incidenza e la severità degli attacchi e, quindi, in grado di modificare favorevolmente il decorso della malattia in buona parte dei casi, consentendo alle persone affette da sclerosi multipla di condurre una vita per quanto possibile normale.

Alzate un po’ il volume. Il video contiene non solo immagini ma anche audio e musiche.

L.Armstrong & L.Hampton – Merry Christmas

Ed eccoci qui. E’ per tutti il giorno della vigilia. Per chi sente che questo sarà un natale diverso, per chi vorrebbe trascorrerlo con qualcuno che ha lontano,  per chi finisce col sentirsi più solo del giorno prima, per chi non vede l’ora di sedersi a tavola con la propria famiglia, per chi vorrebbe essere partito per qualche meta lontana, per chi deve indossare una maschera di serenità da levare poi quando rientra a casa, per chi prova un amore incondizionato e non vede l’ora di condividere il regalo che per settimane ha cercato, per chi vuole che questo natale finisca presto… Per i mie affezionati follower, per i miei potenziali follower, per i miei lettori e non, auguro un Buon Natale. E lo auguro con un grande e raffinato pezzo jazz natalizio.

Merry Christmas to all of you!

The Cure – Lullaby

Altri mostri sacri della musica. Siamo alla fine degli anni ’70 e i Cure si fanno strada nell’epoca della cosiddetta “new wave”.
Nonostante la storia del gruppo sia stata piuttosto tormentata, il carisma del cantante Robert Smith è insindacabile, così come la sua voce nostalgica, misteriosa e avvolgente.
Il gruppo è riuscito a tirar fuori capolavori ancora attualissimi, come questa che mi va di ascoltare e farvi ascoltare, “Lullaby”.

Cranberries – Linger

Direttamente dall’Irlanda un brano sull’amore, o meglio, sulla fine di un amore per un ragazzo partito per fare il militare in Libano. Il gruppo è quello dei Cranberries.

In macchina. Finestrini aperti. Devo raggiungere qualcosa, o qualcuno. Siamo io e la mia radio. Solo io e i miei pensieri.

La Valle di Viñales. Stop!

Viñales è un paesaggio insolito e direi anche un po’ lontano dall’immaginario collettivo di Cuba: il verde lussureggiante tipico di un’isola tropicale si mescola con le montagne, la terra di color rosso intenso si mescola con i colori pastello della case coloniali, i “mogotes” (colline di pietra calcarea) si sposano con le fattorie di paglia. Tutto troneggia in questo panorama unico. Una terra di campesiños (contadini), di gente semplice e sorridente, pronta ad accoglierti nelle proprie modeste case particular.

Consiglio: se il pernottamento nelle loro abitazioni non vi incuriosisce allora lasciate perdere e non spingetevi fino qui a nord! Venire in questa terra senza avere il contatto con la gente che la abita non avrebbe senso. Viñales non è un’avventura turistica ma un’esperienza culturale.