Quel gene maledetto

“La voglia di viaggiare sta scritta in un gene”. Non sono diventata nè una scienziata nè una ricercatrice. E’ semplicemente il titolo di un articolo dell’Huffington Post segnalatomi ieri. Cerco di sintetizzarvela in poche parole.
Sembrerebbe che il bisogno di viaggiare o di partire continuamente sia legato ad una sorta di “gene del viaggio”. Mi era sembrata una notizia dai tratti quasi romantici, su cui poter fare voli pindarici con la fantasia: raccontare storie di donne e uomini che, d’impulso, abbandonano la loro routine trascinati da un bisogno irrefrenabile di migrare. Una sorta di impeto violento che iniziava a farli camminare felici senza meta, senza bagagli, soldi, fronzoli.
Ma torno alla realtà nel momento in cui vado avanti con l’articolo…
Questo povero “genetto”, che per centinaia di anni se ne stava nascosto nel DNA di grandi esploratori, viaggiatori, navigatori, letterati, silenzioso e felice del suo ruolo magico, d’un tratto viene scoperto. Il linguaggio cambia e si inizia a parlare di ‘recettore della dopamina D4’, anzi per essere precisi, di DRD4 7r.
Dopo secoli, insomma, questo gene finisce con l’avere il nome di un virus, di una cometa, di un cellulare …una sorta di nuovo sfigatissimo battesimo.
Alla fine sorrido.
La scienza è una cosa meravigliosa ma a me non interessa sapere se il desiderio di partire sia scientifico. Non mi interessa sapere se il mio livello di DRD4 7r sia alto, altissimo o basso, bassissimo.
Se questo gene sia aggrappato o meno al mio DNA non lo saprò mai.
Quello che so, è che non parto per il bisogno di lasciarmi alle spalle casa o la routine, o “per sentirmi viva”.
Viaggio perché mi piace vivere su pelle una tradizione, un’esperienza. Viaggio perché mi piace esprimere un’opinione su qualcosa che ho visto e vissuto.
Viaggio perché, probabilmente, forse alla fine è quello che so fare meglio.IMG_7421low

Londra: una domenica per mercati

Metti che una domenica ti trovi a Londra. Metti che hai voglia di visitare alcuni dei suoi “market” più conosciuti. Metti che non vedi l’ora di assaporare un’atmosfera davvero londinese ma con contaminazioni internazionali…metti tutto questo e non ti resta che raggiungere l’East End di Londra.

In quest’area ci sono alcuni degli angoli più interessanti della città a mio parere.
Una passeggiata che parte dallo storico mercato di Spitafield per arrivare a Brick Lane e poi concludere il giro tra le strade del quartiere Shoreditch, uno dei miei preferiti.IMG_6856

ITINERARIO
Fermata Metro Liverpool St.

All’uscita proseguite su Bishopsgate e poi Brushfield St. Sulla sinistra trovate l’Old Spitafield Market, un mercato coperto in stile vittoriano, con bancarelle che vanno dall’abbigliamento ai dischi.
Probabilmente il meno interessante per gli acquisti ma è comunque uno dei più antichi mercati della città.IMG_6855
Attraversate il mercato sbugando poi su Commercial St. Sulla destra trovate la chiesa di Spitafield, prendete la Fournier St che arriva proprio su Brick Lane.
Brick Lane è una strada lunga quasi 1 km ed è famosa non solo perchè ospita uno dei mercati più conosciuti al mondo, ma perchè negli anni, l’area che la circonda è diventata una sorta di “bangla area”, una zona che ospita una grande comunità asiatica.IMG_6849
Il mio consiglio è quello di passeggiare non solo per la via principale ma di vivere anche le vie laterali. Al 91 Brick Lane, ad esempio, imbucate la piccola strada per fare un salto al Rough Trade, un negozio di musica da non perdere.IMG_6854
Oppure ad Hanbury St per fare un salto al negozio Absolute Vintage e poi entrare in tutti i mercatini vintage come il Backyard market e il Sunday Up Market.IMG_6847IMG_6846IMG_6850

Per uno spuntino avrete l’imbarazzo della scelta tra i tanti banchi di cucina street food.
Oppure arrivate al 159 di Brick Lane, al Brick Lane Bakery, per un bagel molto conosciuto a Londra (ma preparatevi ad una fila lunghissima).IMG_6853

La Domus Aurea di Roma

Tre settimane fa lessi della riapertura della Domus Aurea durante i lavori: una visita di 15 minuti, solo il sabato e la domenica.
Dopo tanti anni riapre uno dei miei sogni nel cassetto, mi dico.
Quella che fu la villa di Nerone. Mi affretto in 3 minuti nell’acquisto on-line della visita.
Fino a fine dicembre solo 4 posti disponibili. 15 euro circa per 15 minuti. Compro. Li vale tutti, mi dico. E contribuisco al suo restauro. Dopo 2 giorni un sms mi informa che la transazione, x motivi legati al sistema, non è andata a buon fine. Non ci credo mi dico. Questo è un incubo. Mi rassegno. Qualche giorno fa leggo un articolo su L’Espresso. Di quegli euro solo un terzo sembrerebbe finire nelle casse del Ministero. E gli altri mi dico? Gli altri finiscono nei concessionari privati, alla Electa e alla Coopculture.
Senza entrare nelle solite tematiche politiche e populiste troppo lontane dal mio modo di vivere e pensare mi chiedo… Avete mai guardato le riprese dei restauri?
Mai osservato la passione e la competenza di chi trascorre giornate a risistemare anche un solo centimetro di quegli affreschi?Spesso a pochi euro…
Ecco io vorrei leggere a volte di loro.
E di quanto sia unico e invidiabile riportare in vita la storia.
E la bellezza…
In questo breve video, la domus attraverso un punto di vista (esterno) diverso.

Museo delle Mura – Roma

Ci sono musei e monumenti a Roma spesso non presi in considerazione.
Piccoli gioielli a volte snobbati dai classici itinerari turistici e spesso dimenticati dai romani stessi.
Accade poi che durante una delle bellissime domeniche ottobrine di Roma, decidi di scoprire proprio quegli angoli nascosti e farli conoscere indirettamente a chi non ci è mai stato o non ne ha mai neppure sentito parlare.
E allora ti ritrovi ad esempio nel Museo delle Mura, all’interno delle Mura Aureliane, con ingresso nella Porta di San Sebastiano, una delle porte meglio conservate delle mura. Ed è tutta una scoperta.
Circa 300 metri di camminamento, con feritoie che si aprono sulla strada e grandi arcate che si aprono invece sul verde, nella parte opposta, per poi raggiungere la terrazza, sulla torre centrale, e godere di una delle più suggestive viste di Roma.

Ingresso gratuito.

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Qui  il video dei musei in Comune di Roma

Una città dall’alto

A volte non serve dover immaginare troppo per poter osservare una città dall’alto.
Ripescando qualche foto del mio viaggio a Dubai, e della mia salita sul grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa, è semplice capire quello che intendo. Qualche informazione più dettagliata su un vecchio post “Sulla vetta del Burj Khalifa”IMG_0301IMG_0239IMG_0254

Luoghi di frontiera

Ci sono luoghi che, anche se non lo sono, sembrano nascere davanti ai tuoi occhi come se fossero posti di frontiera.
Punti in cui incontrare l’inesplorato. Momenti di contatto. Linee di demarcazione tra chi è dentro e chi è fuori. O ancora “dove” che possono rappresentare opportunità o occasioni da cui fuggire.
I luoghi di confine assumono da sempre significati diversi. E da sempre, qualunque sia la loro vera natura, intimoriscono e incuriosiscono.

Battersea - London (2014)

Battersea – London (2014)

Neil Young – Harvest moon

Manca la luna questa notte. E’ stanca. Brilla e affascina una parte di mondo che però non è davanti ai miei occhi.
Tutto è tranquillo, ma manca lei. Ed ecco quindi il momento perfetto per ascoltare una ballata dai tratti tormentati, romantici e dai suoni notturni. “Harvest Moon” di Neil Young. Un concentrato di note morbide in uno stile country rock inconfondibile…

..But there’s a full moon risin’
Let’s go dancin’ in the light
We know where the music’s playin’

Let’s go out and feel the night

Storia di un gabbiano romano

Era lì che mi guardava. Mi studiava. Mi trovava buffa, osservava quell’aggeggio nero puntato davanti al becco, che ogni tanto faceva clic.
Aveva alle spalle un tramonto caldo, su una terrazza privilegiata sempre pronta ad accoglierlo, ogni sera.
Mi ritrovai nei suoi occhi. Ci osservavamo. Lui era cosi infinitamente più regale, libero e padrone della città che finii con l’abbassare lo sguardo per prima. E vinse. Lasciandomi poi sola.

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Welcome to London

Un minuto e 22 secondi. Questo il tempo per raccontarvi la mia Londra tutta personale. Ma questa volta, anziché farvi leggere, voglio farvi vedere un video completamente “home-made”, con alcune delle immagini scattate durante il mio recente viaggio a Londra.
Un ringraziamento particolare a Zmàn per avermi concesso l’uso di uno dei suoi brani.

Il mercato di Piazza Vittorio a Roma

Quando giro cerco di respirare tutto come se fosse un angolo nuovo e da cui imparare qualcosa.
Questo perché anche nei posti in cui viviamo ogni giorno possiamo “scovare” qualcosa di nuovo. Possiamo sentirci in qualche parte del mondo anche stando a casa in realtà.
Se siete di Roma ad esempio, o se vi ritrovate a passare per Roma, fate un salto di mattina al mercato di Piazza Vittorio, o meglio, ormai Nuovo Mercato Esquilino. Vi si può entrare da quattro accessi diversi, da via Turati, da via Principe Amedeo, via Lamarmora e da via Mamiani.
Nonostante il mercato abbia perso buona parte della sua particolarità, da quando si è spostato dalla piazza ad una ex caserma nei pressi della stazione Termini, il giro tra le bancarelle alimentari rimane un’esperienza divertente (ed educativa per molti) così come leggere i cartelli con scritto bieda laziale, lattugia romana, cikoria, prugni…Un mercato colorato e chiassoso senza dubbio, dove culture diverse si mescolano perfettamente. Dove donne indiane acquistano il riso dai cinesi, dove signori romani contrattano sul prezzo del pesce dei bengalesi. Immergetevi in questa atmosfera multietnica del mercato e se avete intenzione di acquistare spezie, o riso, tra le decine di tipologie di chicchi, fate un primo giro di perlustrazione cercando il banco più pulito e con il cibo più fresco.
Il mercato, suddiviso in due aree, una dedicata alle stoffe e all’abbigliamento e una dedicata agli alimenti, garantisce scoperta gastronomica e conoscenza culturale. La parte che mi incuriosisce però da sempre è quella del pesce, con le sue enormi carpe e pesci gatto.

Per chi vi si reca una premessa: non pensate di andare a visitare la Boqueria di Barcellona o il Borough Market. Questo e’ un vero e proprio “bazar” rionale multiculturale e popolare. Qui sotto due bellissime immagini del fotografo Vincenzo Pisani.1Walk Alone_2Interno mercato 1The Art of Being Good-Hearted_2

Andar per tapas a Barcellona

Le tapas rappresentano un’istituzione gastronomica ma anche culturale di tutta la Spagna. Andar per tapas è ormai un’abitudine non solo per gli spagnoli ma per chiunque si ritrovi a trascorrere una vacanza in Spagna. La quantità e la varietà di tapas che ho visto ogni volta che sono stata in Spagna è infinita. Questi piccoli piatti che spaziano dal pesce al jamon iberico, dal pulpo a feira alle patatas bravas ti paralizzano le papille gustative ancor prima di mangiare.
L’ultima volta che sono stata a Barcellona, circa 4 mesi fa, per caso (dopo aver letto anche le recensioni di tripadvisor), mi sono ritrovata a cena da Ciutat Comtal. Se prevedete un week-end a Barcellona fate un salto in questo ristorante spagnolo. Un po’ di fila e’ da considerare sempre, anche perchè io non avevo prenotato, e la zona non e’ tra le mie preferite, seppur centralissima (rambla de catalunya), ma le tapas, in particolare quelle di pesce freschissimo, credetemi sono davvero memorabili. La foto non lascia troppi dubbi.

Se avete consigli su tapas bar a barcellona, dal Born al Barrio gotico, sbizzarritevi.tapas

Viaggiare con la mente

Ci sono alcuni luoghi che mi circondano che, spesso, mi fanno pensare a luoghi lontani. Ci sono colori e angolazioni che fanno volare l’immaginazione verso posti del mondo che non ho ancora visitato. A volte, guardando dei particolari o anche grandi panorami sconfinati della nostra Italia, chiudo gli occhi e mi sembra di trovare delle analogie con alcune parti del mondo. E’ un po’ come accade con queste foto. Con un grammo di fantasia potremmo ritrovarci in qualche piccolo paese del nord Europa. Ed invece, siamo in Abruzzo, a Pescara, d’inverno.

Perchè credetemi, si può viaggiare meravigliosamente anche ad occhi chiusi.abruzzoDSCN0965mod

Il Mar Morto giordano

Il “mare” di sale nel punto più basso della Terra. La salinità del Mar Morto viaggia di pari passo con il suo fascino, con i suoi colori avvolgenti, con i suoi profumi che sanno di salute.
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Farsi un bagno nelle sue acque (per modo di dire perché impossibile) è qualcosa di unico. Il Mar Morto ha proprietà curative enormi, non solo per la pelle. Basta leggere un po’ su internet o sulle diverse guide turistiche per rendersi conto di come la presenza di minerali, tra cui calcio e magnesio, e tanto altro, garantiscano un ottimo rimedio per diversi piccoli problemi.mg_2782m
Detto questo, nonostante la strana sensazione iniziale, fare il bagno nel Mar Morto è un’esperienza inenarrabile. L’importante è non avere tagli o ferite sul corpo… la salinità è tale che si rischierebbe di imprecare per diversi minuti.mg_2783m

Solo un piccolo consiglio: la riva giordana del Mar Morto è meno selvaggia e autentica rispetto a quella israeliana. Anzi, in buona parte delle spiagge sorgono i grandi alberghi di lusso.
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Detto questo, se soggiornate per pochi giorni in una delle grandi strutture dedicate al relax e al benessere (nel mio caso al Mövenpick Resort & Spa Dead Sea), avrete la possibilità di accedere direttamente a mare, con servizi impeccabili e terme e piscine sempre a disposizione. Credetemi, direi proprio niente male per “depurarsi” dallo stress, soprattutto, se considerate che Petra, la città dei Nabatei (il sogno sempre inseguito), è a circa due/tre ore di macchina.

Mostra a Roma

Troppe volte sento criticare una città come Roma. Troppe volte sento persone che gratuitamente dicono di voler scappare da questa” invivibile città” ma che poi, alla fine, nella maggior parte dei casi, sono i primi a non andare mai via. A volte, capita anche a me di prendermela con Roma e con i suoi tanti disservizi… ma come si può, sotto sotto, non amarla?Quando poi il week-end decidi di girarla e di godere delle sue bellezze, Roma non ha eguali. E quando le sue strutture museali, come il MACRO Testaccio in questo caso, riescono ad ospitare bellissime mostre, torni a casa appagato. Se siete a Roma, o se state programmando un week-end a Roma, sappiate che lo spazio de La Pelanda, al MACRO Testaccio, fino al 4 maggio, ospita una bellissima mostra antologica del fotografo giapponese Nomachi, “Le vie del sacro”. Circa 200 fotografie dedicate alla sacralità della quotidianità di tanti popoli nel mondo, ai loro pellegrinaggi, alla loro spiritualità. I suoi viaggi, a partire dagli anni ’80, in giro per il Sahara algerino, l’India, l’Africa, le Ande e tanti altri luoghi impattanti. Un allestimento coinvolgente e originale lo definirei. Un consiglio spassionato: se potete, a 10 euro, non perdetevelo.IMG_2662 IMG_2663 IMG_2668

Partenze

E arriva sempre il giorno in cui devi ripartire. Da qualsiasi dove per qualsiasi dove. Quell’orario preciso che scandisce la separazione tra un luogo, quello vecchio, e l’altro, quello nuovo, tra un momento, quello vecchio, e l’altro, quello nuovo. Avete mai pensato a quante sensazioni, sentimenti e stati d’animo sia legato il concetto di partenza?
Ansia, felicita’, nostalgia, tristezza, curiosita’, paura, sfida, dubbio, nervosismo, amore…
E nel momento in cui parti, quell’esatto istante, qualcosa, per qualsiasi motivo, sara’ diverso da prima.

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Viaggiare e volare

In aeroporto
Circa 6 ore di volo in solitudine. Giornali, comprati. Libro, portato. iPod, carico. Coperta, presa. Cuffie x film, sotto gli occhi. Arrivo del vicino alla mia destra in trepida attesa. Tempo per dormire, il giusto. Tempo per perdermi e godere della noia, poco. Detto questo, ogni volta che sono all’aeroporto di Fiumicino mi chiedo sempre la stessa cosa: “Ma davvero c’e’ tutta questa crisi?”.

Prima del volo
Il vicino e’ arrivato con il suo zaino Gucci, abbinato alla sua valigia Gucci e alla sua pashmina blu. Gucci ovviamente.
Comunque, se viaggi con la compagnia giusta tutto e’ piu’ magico. Nel mio caso Qatar Airways. I sorrisi e la cortesia ti mettono di buonumore. Sei di loro proprieta’ secondo un lecito accordo. La tua serenita’ e il tuo benessere per quelle 6 ore dipendono da loro. Spegni il cervello e chiedi. Hai il diritto di chiedere, questa e’ la cosa piu’ appagante del mondo. Il diritto di chiedere.

Durante il volo
C’e’ qualcosa di piu’ magico del momento in cui, una volta decollati, la tua fisicita’ appartiene ad un’altra dimensione?Quella del cielo?
Non credo. Per questo ti affacci dal finestrino e sogni. Perche quei sogni, in fondo, sono della stessa natura delle nuvole.

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Musica manouche – Trois Satyres

Ci sono cose che meritano sempre di essere recensite. Se si tratta di musica poi ancora meglio. E se poi a farla sono giovani gruppi emergenti, e per di più bravi, allora la recensione si fa più meritata. La musica va supportata sempre. Pubblico quindi questa piccola registrazione (fatta con l’iPhone) di un gruppo di musica manouche ascoltato a Roma, i Trois Satyres. Una sorta di via di mezzo tra il jazz e la musica gitana.
Non li conoscevo, poi ho ascoltato questo loro concerto in un locale di San Lorenzo (per chi non fosse di Roma San Lorenzo è un quartiere) ed è bastato poco per decidere di dedicargli un post nel mio blog. Perchè, in fondo, anche questo è viaggiare e scoprire.
Qui la versione manouche di uno dei brani del film cult Pulp Fiction.

L’alba a Roma

Svegliarsi di notte per prendere un aereo mi indispone parecchio. Pero’ scopri che alle 6.30 e’ ancora buio. Che Roma e’ vivibile. Che i netturbini prendono il caffe’ per andare a dormire. Che i fiorai pakistani conoscono il sonno. Che i colori rosso e arancio dell’alba invernale a Roma sembrano africani. Che alcuni baristi del Terminal 1 in realta’ non sono antipatici, lo diventano con il divenire della giornata e con la frenesia delle persone. Che la gente si sta per svegliare e che tu, gia’ in piedi, e con ancora il gonfiore e il calore del sonno, stai osservando le luci che si accendono negli appartamenti.
Buongiorno.

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