Aveva fatto chilometri di strada arrivando finalmente sulla 5th avenue. Sudatissimo, stanco, ansimante, aveva in mente un solo obiettivo: mettere fine alle angosce della giornata, alle delusioni. E voleva farlo alla grande, salendo all’ultimo piano dell’Empire State Building. Avrebbero parlato per sempre di quel ragazzo. Non sapeva però che per salire in alto avrebbe aspettato anche 1 ora e mezza di fila, una fila interminabile che attraversare le viscere del grattacielo. Fila, controlli, fila, ascensore, fila, di nuovo ascensore e fila di nuovo.
Arrivare all’86esimo piano (il main deck) significava pagare 29 dollari. Questo era il prezzo che aveva deciso di pagare per lasciarsi alle spalle la rabbia e i problemi di quel periodo. Arrivò in alto, erano le 9 di sera. Già buio. Il vento soffiava forte lì sopra, ma era maggio e la temperatura non era bassissima. Uscì all’aperto. Il vento rapì i suoi capelli ed anche i suoi pensieri. Si fermò. Aveva sotto di sé milioni di persone, di luci, di macchine e un senso di potere gli attraversò le vene. Era pronto, mai come in quel momento, e d’un tratto, afferrando le grate in acciaio, aprì la bocca tirando fuori in un grido profondo il suo amore per lei: New York.
NB. Per capire cos’è New York stories leggi New York stories 1
E che foto meravigliose!! 🙂
Bisogna ammettere che non è semplicissimo rendere con delle foto quello che ti ritrovi davanti…in più tra vento e turisti le cose diventano sempre più complicate 😉
A te viene bene!
appassionante come un thriller…coinvolgente come un romanzo d’amore.
grazie
.max
Wow!grazie max…credevi si buttasse eh?invece e’ una dedica d’amore…