Il suo cielo leggero, la sua poesia solitaria, i suoi venti improvvisi.
Se dovessi descrivere Lisbona e farla immaginare ad occhi chiusi a chi, ad esempio, non è potuto uscire molto spesso dall’Italia direi un po’ di succo di Napoli, metà bicchiere di Barcellona, una spruzzata di Palermo, una goccia di Genova. Shakerare per bene e…voilà: Lisbona.
Certo, a questo bisogna però aggiungere una sua grande personalità .
I grandi viali del quartiere Baixa lasciano spazio alle salite pendenti e ai vicoli e alle scale dell’Alfama, i negozi del Chiado si intervallano con i locali del Barrio Alto, i locali che risuonano di Fado nell’Alfama cedono il passo agli ampi spazi di Belem. Lisbona.
Se volete farvi un’idea cinematografica della città, anche se con qualche anno di differenza, guardate il film di Wim Wenders “Lisbon story”, un inno non semplicemente a Lisbona, ai suoi scorci, ai suoi suoni e melodie ma anche ad una delle sue anime più importanti, Pessoa.
Del suo film Wenders ha detto: “Lo scopo di questo film è stato quello di dimostrare che i suoni aiutano a vedere le cose in modo diverso”.
Lisbona mi manca, ma credo che sia un posto di cui potrei facilmente innamorarmi.
Sai Patrick, Lisbona e’ strana, diversa dalle altre capitali europee, un decadentismo quasi di altri tempi. Ma proprio per questo affascinante.
Ciao, bello il tuo blog! Ne ho iniziato da poco uno anche io e leggevo che abbiamo scritto quasi la stessa cosa su Lisbona mix di città!. Se ti capita di leggerlo..
Cristina
ciao tommicris, ben trovato. Farò un giro dalle tue parti volentieri